Lo Zen e le Arti Marziali - Joe Hyams

  • Copertina flessibile: 141 pagine
  • Editore: Il Punto d'Incontro
  • Lingua: Italiano
  • 1a edizione: 1979
  • Reperibilità: facile
  • Lettura: saggio/biografia

Il libro che può cambiare la tua vita
anche se non sei un guerriero
Joe Hyams

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Joe Hyams (6 giugno 1923 - 8 novembre 2008)

Lo Zen e le Arti Marziali, da non confondere con l'omonimo libro di Taïsen Deshimaru, è una breve opera di Joe Hyams giornalista ed editorialista di Hollywood americano e autore di biografie di bestseller delle star di Hollywood.

Come scrisse Hyams nella sua autobiografia del 1973 “Mislaid in Hollywood”, la sua carriera nella capitale del cinema iniziò nel 1951 quando l'Herald Tribune lo mandò a ovest per scrivere un articolo sugli immigrati illegali.

Come racconta la moglie Hyams era stato lasciato in Messico dal pilota di un piccolo aereo e aveva attraversato lui stesso il confine con un gruppo di immigrati clandestini. Dopo aver completato la storia, il suo editore a New York gli disse che gli era stata organizzata una stanza al Beverly Hills Hotel. "Prenditi una pausa", gli fu detto, "e se hai la possibilità di intervistare qualche star del cinema, fallo".

Hyams era seduto vicino alla piscina dell'hotel e fumava la pipa quando iniziò a chiacchierare con un signore che gli chiese cosa stesse facendo a Los Angeles. Dopo aver spiegato che il suo editore voleva che intervistasse le star del cinema, l'uomo disse: "Ti piacerebbe intervistare Humphrey Bogart?"

L'uomo era l'addetto stampa di Bogart e il giorno dopo portò Hyams a casa di Bogart. L'attore era dietro il bancone quando Hyams entrò. "Cosa vuoi bere?" Gli chiese Bogart. "Prenderò una Coca-Cola", disse Hyams. "Il bar è aperto", disse Bogart. "Cosa vuoi bere?" Hyams ha ripetuto che avrebbe preso una Coca-Cola. Puntando lo sguardo su Hyams, Bogart ha detto: "Non mi fido di un giornalista che non beve, o di un uomo che ha più capelli in testa di me"!

A quel punto, Hyams mise in tasca il taccuino e iniziò a camminare verso la porta.

"Dove stai andando?" Ha detto Bogart. "Sig. Bogart, ho due cose da dirti ”, disse Hyams. "Non bevo e un neonato ha più capelli in testa di te."

Al che Bogart disse: “Torna qui, ragazzo. Mi piaci."

Entro la fine della settimana, Melissa Hyams ha dichiarato: “Joe aveva intervistato Humphrey Bogart, Lauren Bacall, Katharine Hepburn, Spencer Tracy e Frank Sinatra. E il giornale [editore] ha detto: "Non so cosa stai facendo, ma ti trasferisci là fuori". "

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Il suo libro del 1979 titolo originale: Zen in the Martial Arts è stato realizzando a partire dai suoi anni di studio delle arti marziali con figure come Bong Soo Han, Bruce Lee e Ed Parker.
La sua esperienza nacque in seguito al suo servizio militare in tempo di guerra (1942) nell'esercito degli Stati Uniti, quando veniva regolarmente picchiato per essere ebreo.
Dopo la guerra divenne uno studente di kenpo karate e studiò Jeet Kune Do con Bruce Lee, oltre a diventare esperto in altre otto discipline di arti marziali. [1]

Joe Hyams ci regala questo piccolo saggio (appena 141 pagine) che in realtà è una sorta di biografia dell'esperienza marziale. Il titolo è fuorviante, c'è poco o nulla di zen, in realtà si mescolano influenze buddhiste, taoiste ma soprattutto buon senso. 
Nelle 27 episodi raccontati viene ripercorsa l'esperienza marziale di Hyams nelle arti: Jeet Kune Do, Kenpo, Wing Chun, Aikido, Hapkido e Karate avendo avuto come insegnanti: Bruce Lee, Ed Parker, Boong Son Han, Jim Lau, ecc.



Hyams ha la capacità di scrivere con leggerezza e immediatezza anche su concetti molto complessi che i vari insegnanti gli propongono quasi in sorta di Kōan [2].
Il libro è infatti concepito come una sorte di "manuale di emergenza" delle difficoltà che normalmente i praticanti di arti marziali incontrano. Io lo raccomando per tutti coloro che desiderano avere un aiuto, una pacca sulla spalla, quando si trovano in situazione di impasse.
Ad ogni capitolo viene riportato un episodio, che termina con l'osservazione del problema e la soluzione da parte del relativo Maestro. 
Semplice, accattivante, Hyams ha la capacità di essere molto evocativo e sembra sempre di trovarsi assieme a lui nel dojo in compagnia di un fraterno amico.
Suggestivo sentire le parole di Bruce Lee che assieme ad Hyams costruisce una "filosofia marziale" che va al di à del gesto tecnico stesso e propone, come stesso riporta Hyams, un manuale di crescita personale.
Nel 2020 molti dei detti e citazioni riportati da Hyams sono ormai sdoganati nel senso comune, eppure, la freschezza dei racconti ci semplifica le notazioni senza dovere cercare architetture complesse e facendoci compagnia quando la motivazione scende e ci si trova da soli ad affrontare il duro mondo marziale. 
Hyams ha comunque la capacità di analizzare la problematica trasversale delle varie discipline: il problema del confronto.

Un dojo è un cosmo in miniatura in cui entriamo in contatto con noi stessi: le nostre paure, ansie, reazioni e abitudini. È un'arena di conflitto ristretto in cui affrontiamo un avversario che non è un avversario ma piuttosto un partner impegnato ad aiutarci a comprendere meglio noi stessi. (J.H)

Trovo molto confortante un libro che si muova aldilà delle differenze dei generi marziali ma che sappia proporre analogie profonde che si rivolgono al praticante, perché proprio così Hyams si muove, nella prospettiva del praticante e non del Maestro. Definizione spesso abusata che sottende una comprensione definitiva. Molto più interessante è la logica dell'apprendimento e Hyams si situa in una pedagogia a scavalco, una sorta di "mashup" american-orientale ma sempre con una grande onestà che si propone al neofita tanto quanto all'esperto ormai a volte scorato.

In definitiva un libro da tenere accanto al comodino, quando alla sera, di ritorno dall'allenamento, a volte persi nelle difficoltà abbiamo bisogno di una tazza di the e di sentire la mano sulla spalla di qualcuno (Hyams) che ci dice: "Dai! Puoi farcela!"

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"coloro che sono pazienti nelle cose banali della vita e si controllano, un giorno avranno la stessa maestria nelle cose grandi e importanti"


Note
[1] https://en.wikipedia.org/wiki/Joe_Hyams
[2] Consiste in una affermazione paradossale o in un racconto usato per "risvegliare" una profonda consapevolezza.